L’Eco di Bergamo

Cari Amici, sperando di fare cosa gradita, vi proponiamo la lettura del seguente articolo ” I Cattolici e la politica: un dovere morale”, realizzato dal nostro Consulente Ecclesiale don Francesco Poli, nella speranza che possa essere oggetto di riflessione, soprattutto nel momento che stiamo vivendo.
 “La politica è uno dei modi più nobili per servire l’uomo e l’espressione più alta di carità: un servizio teso a rendere più umana la vita di tutti nella convivenza civile, ed una testimonianza di speranza. Per questo il servizio alla comunità attraverso la politica, si colloca tra le forme di realizzazione umane più ricche di significato e più cariche di potenzialità positive, sia a livello personale che comunitario. Il perseguimento del bene comune rimane compito specifico della politica.
Nella costruzione di servizi per rispondere ai problemi di un territorio, la progettualità politica non può però limitarsi ad un approccio di «buon governo» esclusivamente di tipo «contabile», centrato sulla efficacia ed efficienza economica nell’uso delle risorse e sulla valorizzazione degli aspetti tecnici ed organizzativi. La scelta politica deve nascere da una precisa idealità: un’azione volta a modificare il mondo, condotta da una idea, da un progetto di uomo e di società. Alla luce delle Scritture e della Dottrina sociale della Chiesa, i cristiani sono consapevoli che un progetto per il bene comune chiede di essere pensato e perseguito nella realtà concreta della propria comunità. La consapevolezza che la nostra società è altamente complessa ed in fase di profonde trasformazioni esige, insieme con la chiarezza di idee sui principi e valori irrinunciabili, anche grande capacità di lettura e di interpretazione delle situazioni, solida preparazione e competenza, disponibilità ad ogni utile confronto, coraggio di scelta, di rischio e di risoluzione dei conflitti.
Nella realtà di oggi non è agevole affrontare e risolvere alcune «tensioni» di rilievo. In particolare: come comporre tra loro la fedeltà ai valori etici con i dinamismi del consenso sociale, in una società che vede drammaticamente consumarsi lo spessore della sua eticità? Come coniugare i principi della Dottrina sociale con una capacità concreta di progettualità, evitando il rischio di una formulazione, che spesso diventa retorica e genera rifiuto per tutto ciò che è «pubblico»? Amministrare nell’ottica del bene comune è un servizio difficile ed esigente, perché presuppone onestà, disinteresse e gratuità, ed una notevole capacità nell’individuare e inquadrare correttamente i problemi e le priorità e reperire le risorse, ma anche il desiderio di costruire con pazienza un adeguato consenso sociale attorno alle decisioni che si prendono. L’idea di costruire una società che sia un luogo e spazio di vita dove si riconosca il valore irrinunciabile della persona e il diritto per tutti allo «star bene», è comunque in perfetta sintonia «anche» con il progetto di Dio per l’umanità.
Come cristiani abbiamo tutti una precisa responsabilità nei confronti della politica in genere e, in specifico, delle scadenze elettorali ormai prossime. Per un cristiano l’espressione del voto per l’elezione dei rappresentanti nelle diverse realtà politiche e amministrative a livello territoriale e nazionale è un preciso dovere morale. Inoltre sottrarsi a tale responsabilità renderebbe poco credibile o addirittura improponibile ogni critica per le cose che non vanno. La Chiesa non dà indicazioni specifiche sul voto, ma non può tralasciare di ricordare che non tutte le opzioni politiche sono eticamente corrette: è compito di ciascuno di noi impegnarci per un discernimento sia a livello personale che comunitario, assumendoci la responsabilità personale di andare oltre certe demagogie e cogliere, attraverso l’attenta partecipazione personale, i valori e le proposte concrete alla base dei programmi che i partiti propongono.”
Don Francesco Poli- direttore del Centro diocesano pastorale sociale